Santa Lucia di Siracusa
tra storia, tradizione e devozione
Si dice che Siracusa sia la città della luce, “un bagliore che si sprigiona dalla terra e dalla pietra, che avvolge ogni cosa e ogni creatura mentre si libra verso il cielo” (Giuseppina Norcia). Imbrigliata nella pietra bianca con cui sono stati costruiti gli antichi templi, monumenti ed edifici di Ortigia e della città, questa luce riverbera i raggi del sole e avvolge nel suo morbido abbraccio.
Quella luce di cui è simbolo Lucia, la martire cristiana, patrona della città di Siracusa, protettrice degli occhi.
Tra il bianco accecante della pietra, il blu profondo venato di verde del mare e l’azzurro limpido del cielo, spicca il simulacro argenteo di Santa Lucia, patrona di Siracusa.
La ricerca e la scoperta dei luoghi toccati dalla storia della martire siracusana è un viaggio culturale nella fede, nella devozione e nella tradizione popolare che, intorno alla figura di Lucia e al suo culto, nel corso del tempo si è sedimentata in un grande racconto storico e religioso.
Seguire il calendario delle feste dedicate alla patrona è un’immersione nella cultura popolare e nella tradizione religiosa: il 13 dicembre è il giorno di Santa Lucia. Fin dal mattino, i “botti” avvisano i fedeli che la giornata sarà tutta dedicata a lei, ad accompagnare il simulacro in processione da Piazza Duomo, in Ortigia, fino alla Basilica di Santa Lucia, nel quartiere della Borgata.
Ortigia e Borgata: due quartieri simbolo del culto.
Ed ecco che il cammino di Santa Lucia diviene occasione per conoscere luoghi meravigliosi e suggestivi della città, per ammirare la bellezza di Ortigia, mentre si cammina a passo lento, seguendo il ritmo della processione, e per entrare nel cuore della Borgata, anima popolare e genuina della città: la grande e rettangolare piazza Santa Lucia, splendidamente contornata da maestosi alberi e circondata da bassi edifici in stile Liberty. Qui, tutte le domeniche, si tiene un mercatino delle pulci dove si possono acquistare generi alimentari e prodotti tipici del territorio.
Pare che proprio qui, nella colonna in granito liscio accanto al presbiterio della Basilica, nel 304 d. C. sia stata martirizzata Santa Lucia. In questa stessa piazza fu sepolta: nel 1630, su progetto di Giovanni Vermexio, fu eretto un tempietto ottagonale seminterrato a memoria del martirio.
Il corpo di Lucia fu portato a Costantinopoli nel XII sec. dal generale Maniace, che lo donò all’imperatore e alla sua consorte; recuperato nel XIII sec. dai Veneziani durante le Crociate, si trova ancora oggi nella città di Venezia, nella chiesa di San Geremia.
C’è un altro giorno che è dedicato a Lucia: la prima domenica di maggio.
Nella piazza gremita, un volo di colombe accompagna la santa in processione dalla cattedrale alla vicina chiesa della Badia. Si celebra il ricordo di un evento drammatico, la terribile carestia del 1646, e il provvidenziale intervento della patrona, invocata dai fedeli, quando finalmente giunsero le navi cariche di grano e legumi, annunciate da uno stormo di colombe.